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venerdì 27 marzo 2009

Pensieri sparsi: Piccoli passi verso un'economia del Dono


Rieccoci a voi, con una novità bosana, “L’Eco del Villaggio”. E’ un bollettino settimanale dove trovano spazio solo ed esclusivamente offerte e richieste gratuite. Sembra una Banca del Tempo, ma in realtà è un poco differente: non contabilizziamo niente, né le ore né i beni scambiati, non c’è bisogno di iscriversi, né di pagare alcunché, c’è solo bisogno di FIDUCIA. Insomma è un modo per sperimentare e promuovere l’Economia del Dono all’interno di una comunità, speriamo sempre più vasta. Perché non ci date un’occhiata, magari ci dite cosa ne pensate e perché no, provate ad avviare il vostro bollettino di quartiere, di paese, di città?

giovedì 5 marzo 2009

Pensieri sparsi: Il nuovo paradigma alternativo è...vecchio come l'essere umano!


Ci hanno raccontato che poco tempo fa un giovane animato da buoni propositi abbia manifestato a Silvano Agosti la sua volontà di entrare in politica. Silvano gli ha risposto chiedendogli perché volesse diventare una marionetta. “Se vuoi fare politica creativamente vai a bussare alle porte dei tuoi vicini, comunica loro che se hanno bisogno di te per qualche ora tu ci sei. Spiega bene che non vuoi esser pagato e che, semmai, ricevere da loro un fiore ti renderà contento.”.
Ecco un bel modo di fare politica! Ognuno di noi ha cento occasioni quotidiane di sperimentare questo tipo di creatività, che non ha niente a che fare con l’esser caritatevoli... La crisi, la disoccupazione, la precarietà possono allora diventare un’opportunità per riappropriarsi di questa dimensione legata al Dono, alla Cura, ad un paradigma che,come sostiene Genevieve Vaughan (forse la maggior teorica del’economia del dono) è realmente alternativo a quello che ci è crollato addosso. Anche l’esempio di Cecille Andrews, di cui abbiamo già scritto, si muove in questa direzione. Quindi non temete di esser presi per idealisti strampalati, non dobbiamo esser noi a giustificarci davanti ad un modello che si è dimostrato perdente su tutti i fronti. Il dono è un principio di economia di base e principio di vita per l’essere umano (che senza la cura gratuita delle proprie madri non potrebbe proprio sopravvivere…). E’giunto il momento di lasciarlo emergere nelle nostre quotidianità, mettiamoci tutte le nostre energie creative!

lunedì 16 febbraio 2009

Pensieri sparsi: B&B&B la nuova era del turismo è iniziata!


Abbiamo registrato il nostro marchio ed iniziato un progetto di B&B con baratto in franchising, chi vuole inserirsi nel nostro circuito è pregato di contattarci per richiedere le modalità di associazione…

Fermi! Stiamo scherzando! Ma non vi sorprenderebbe troppo no?
C’è, anche nel mondo così detto alternativo, questa tendenza a formalizzare, registrare, rendere esclusivo, a trasformare tutto in opportunità di business o di accrescimento del proprio potere e prestigio personale, associativo, partitico…

Non ci siamo stufati? Non siamo ancora stanchi di darci tanto da fare per complicare cose semplici e piacevoli col rischio di svilirne il significato e di rendercele alla fine odiose?

VillaVillaColle sta riscuotendo un successo inaspettato, riceviamo tantissime lettere di apprezzamento, importanti giornali pubblicano la nostra esperienza, molti siti ne danno notizia… VillaVillaColle rappresenta per molti uno dei tanti segni che qualcosa sta cambiando.
E allora, se vi piace questa idea, perché non lo fate anche voi?
Vi bastano un bagno ed una camera in più, la voglia di vivere in una casa accogliente piena di buone energie e di condividerla con altre persone. La voglia di mostrare le bellezze del luogo in cui vivete (non c’è solo la Sardegna in Italia no?), il piacere di offrire la possibilità di una vacanza senza euro, accessibile a tutti.
Se la famiglia Flinstones è riuscita a fare un blog come questo, ci potete riuscire tutti, anche meglio.
Osiamo, buttiamoci, apriamoci, condividiamo e, se vi fa piacere, fateci sapere quando partite con il vostro B&B&B, più siamo e più bello sarà.
E se questa crisi aprisse le porte ad un nuovo modo di concepire il turismo?

domenica 15 febbraio 2009

Pensieri sparsi: ritrovare il pescatore messicano che c'è in noi


Circola sulla rete questa storiella:

"Un giorno in un Puerto Escondido qualsiasi, in un certo punto della costa del Messico, sbarca dal suo Yacht un giovane americano.

Il giovane viene accolto dalla piccola comunità di pescatori ed impiega poche ore per entrare in confidenza con uno di questi; così comincia a fare qualche domanda.

“O pescatore”, chiede l’americano, “quanto hai pescato stamattina?”

“Mah… poco”, gli risponde il messicano, “giusto quello che serviva alla mia famiglia, più quello che hai mangiato tu, ma il tuo è praticamente saltato sulla barca da sé.”

“E perché non hai pescato di più?”, insiste il giovane.

“Ehm… non mi serviva di più”, risponde un po’ stupito il pescatore.

“E quando non peschi, nel tempo libero, che fai?”

“Beh… faccio la siesta, gioco coi bambini, sto con mia moglie, poi la sera noi pescatori ci troviamo tutti là, al bar sulla spiaggia, l’unico che c’è, sai, per qualche birra…”

“Senti pescatore, io sono laureato ad Harvard e ci ho il Master in Business Administration… questo vuol dire che ho delle ottime idee per te e per il tuo futuro!”

“Ah…” risponde il pescatore un pelo insospettito, “e che idee sarebbero?”

“Niente guarda, te devi occupare un po’ del tuo tempo libero per pescare un po’ di più, poi il pesce che ti rimane lo vendi ai ristoranti, oppure ad un’azienda che poi lo lavora…”

“Eh…”, dice il messicano con sguardo stranito, “poi?”

“…poi coi soldi che guadagni dal pesce venduto ti ci compri altre barche per pescare ancora più pesce da rivendere e fare ancora più soldi…”, prosegue il giovane businessman, “…con ancora più soldi magari ti apri un tuo stabilimento per trattare ed esportare il pesce che peschi e lo fai arrivare sulle tavole di tutto il mondo, bello no?”

“Come no”, risponde il pescatore, “ma tutta una roba così grande…, quei soldi…, qui nel paesino, che me ne faccio?”

“Ma no, pescatore” lo incalza il dollarista, “ovviamente ti devi trasferire a Città del Messico o a New York, creare una società, assumere amministratori, mantenere le relazioni coi clienti poi, quando ti sarai espanso abbastanza, potrai quotare l’azienda in borsa, vendere le azioni e ragranellare milioni di dollari…”

“Pensa”, continua il manager ormai in estasi finanziaria, “tra venticinque o trent’anni potresti essere il presidente di una grande holding, vendere pesce in tutto il mondo, comprarti ville, auto, terreni.”

“Eh… bello… poi?”, chiede il pescatore divertito da tal delirio.

“Poi arriverai alla pensione talmente ricco che potrai acquistarti una casa in riva al mare e finalmente passare il tempo con tua moglie o a giocare coi tuoi nipoti, riposarti, dormire ed uscire con gli amici.”

La trovo divertente, semplice e illuminante! Eppure non è quello che molti di noi fanno tutti i giorni? Rimandare alla pensione quello che è già a nostra disposizione, qui e ora. La critica più diffusa è: "Oggi non far niente possono permetterselo solo i figli di papà...", dimenticando che il pescatore messicano non è che non faccia niente, anzi, lui pesca per se e per la propria famiglia e pure per qualche strampalato turista... Semplicemente non fa più del necessario, non mette il lavoro in quanto tale su un piedistallo, su un posto più alto rispetto al giocare con i propri figli, al passare il tempo con la moglie, a rilassarsi, a intessere relazioni sociali...
Non vive per il lavoro e, d'altra parte, il lavorare poco non gli impedisce di vivere. E di vivere da essere umano.

martedì 10 febbraio 2009

Dire fare barattare: B&B in cambio di favole? Non è una favola è roba da favola!


Ci stanno arrivando molte mail di aspiranti villeggianti a VillaVillaColle perplessi e sconsolati perché non sanno cosa barattare e che pensano di non avere altra alternativa che pagare… A VillaVillaColle non si paga, si baratta e se andate a esplorare l’Archivio per date, troverete per esempio al 10 dicembre una prima lista, al 9 gennaio i film per grandi e al 31 gen. quelli per piccoli. E troverete al 25 gen. il miele e poi le marmellate e al 27 gen. il settore informatico, mentre al 2 Febbraio ci sono i libri ed al 7 gli stereo, e così via.
Abbiamo già parlato delle numerose possibilità che vengono dal mondo delle abilità manuali (idraulici, elettricisti, appassionati di cucina, muratori, pescatori…) fra pochi giorni arriverà per un week-end lungo proprio un esperto falegname il quale, in cambio dell’ospitalità in B&B ci aiuterà a costruire una porta zanzariera.
Quanto sopra lo avevamo già scritto ma meglio abbondare e quindi lo ripetiamo volentieri, quello che invece non abbiamo forse sottolineato abbastanza è questo: il baratto più importante è la vostra voglia di barattare. Non siamo fiscali nel valutare un baratto e soprattutto non lo siamo nel dare valore solo a quello che normalmente, per sua natura lo possiede. Cinque litri di olio di oliva bio hanno un valore riconosciuto, ma che mi dite della capacità di raccontare favole?
Abbiamo conosciuto persone che avevano fatto del raccontar favole, fiabe, leggende la loro principale passione. Bene! Per noi è un gran bel baratto, si! B&B in cambio di splendide favole…
Capite? Non ci sono limiti al cosa barattare, l’importante è che abbiate voglia di farlo, che ci sia qualcosa che davvero vi appassiona e che avete voglia di condividere. E se ancora non ci credete, scriveteci, raccontatevi, ed il baratto apparirà magicamente!

A presto…

lunedì 2 febbraio 2009

Pensieri sparsi: Evviva!!!


Saltiamo di gioia a VillaVillaColle, in un mese 1300 visite!!! E pubblicazioni su giornali, altri siti… ci avete sorpreso! Noi abbiamo creduto che sia possibile offrire una vacanza in Sardegna, all’insegna della qualità, accoglienza, mangiar sano, senza bisogno di avere un grande portafoglio ma solo grande voglia e fantasia. Ci credete anche voi, vero?
Grazie da tutta VillaVillaColle, a presto!

domenica 25 gennaio 2009

Dire fare barattare: E le marmellate?


Non tutti possono produrre miele o essere in grado di barattarlo, ma le marmellate?
Nostra unica condizione: niente zucchero bianco! Dolcificatele con zucchero Dulcita o Mascobado del Commercio Equo, con miele bio, con concentrato di mela o con niente se la frutta è dolce e matura.
Seguite la vostra ricetta, quella della nonna o quella dei vicini, oppure ispiratevi a quella qua sotto.
Insomma passate un pomeriggio piovoso a far marmellate e vi ritrovate in vacanza al sole…
Vi piace l’idea?
Allora eccovi una ricetta:
La marmellata fatta in casa è una tradizione antica e può essere anche migliore delle alternative commerciali, a patto che vengano seguite alcune fondamentali regole di preparazione e soprattutto procedure di sicurezza igienica.

Materiale occorrente:
Frutta matura
Zucchero Mascobado o Dulcita
Una pentola larga e bassa di rame oppure acciaio inox (non usare mai pentolame in alluminio)
Vasetti di vetro con possibilità di chiusura sottovuoto e guarnizioni nuove. (la capacità ideale è 250 gr., che consente di non dover conservare a lungo un vasetto aperto)
Una pentola alta e capiente, adatta a contenere tutti i vasetti
Un mestolo di legno
Un piattino da dolce

Procedura
- Per prima cosa mettere il piattino da dolce in frigorifero: servirà più avanti per saggiare la consistenza della confettura.

- Lavare accuratamente la frutta ed eliminare quante più impurità possibili; tranne nel caso degli agrumi, sarebbe meglio non sbucciare i frutti, dal momento che la scorza solitamente contiene la pectina necessaria alla gelificazione della marmellata stessa.

1. La frutta pulita dev'essere quindi sminuzzata ma non frullata in parti piccolissime e quindi versata nella pentola di rame o di acciaio inox (da evitare assolutamente l'alluminio)

2. Riempire l'altra pentola d'acqua e portarla ad ebollizione; quando l'acqua bolle, abbassare la fiamma ed immergervi i vasetti aperti per circa 10 minuti, quindi spegnere la fiamma ed estrarre i vasetti

3. Nel frattempo, portare ad ebollizione la frutta mantenendo la fiamma a un livello medio di intensità; mescolare costantemente ed aggiungere gradualmente lo zucchero in quantità variabile da 500g (per frutti molto dolci) a 1kg (per frutti molto acidi) per ogni kg di frutta. Eliminare eventuali impurità (non le bucce) o la schiuma che dovessero venire in superficie.

4. Mantenere l'ebollizione a fiamma vivace per circa 5 minuti, mescolando costantemente. Non aggiungere mai acqua.

5. Abbassare la fiamma al minimo; estrarre il piattino da dolce dal frigo, estrarre un cucchiaio di marmellata dalla pentola e versarlo sul piattino. Il composto dovrebbe presentarsi compatto e scivolare solo leggermente sul piatto. Se il composto risulta troppo liquido, aggiungere il succo di un limone (50 ml) per ogni kg di frutta e ripetere dal punto 4;

6. Se la marmellata ha raggiunto la consistenza desiderata, versarla ancora bollente nei vasetti con l'aiuto di un mestolo, lasciando circa 3 cm tra il livello raggiunto dalla marmellata e il tappo; chiudere immediatamente sigillando con il tappo ermetico e capovolgere i vasetti per circa 5 minuti.

7. Rimettere i vasetti ora pieni nella pentola usata per la sterilizzazione (nuovamente riempita d'acqua). Portare l'acqua ad ebollizione, raggiunta la quale abbassare la fiamma e fare sobbollire per circa 30 minuti.

8. Estrarre i vasetti, asciugarli e riporli in un luogo fresco e possibilmente lontano dalla luce.

Conservazione:
La marmellata fatta in casa non dovrebbe essere conservata per più di un anno; è utile a questo proposito utilizzare delle etichette da applicare ai barattoli, che riportino sia il tipo di frutta sia (soprattutto) la data di preparazione della marmellata. E' possibile consumare la marmellata a partire da 24 ore dall'ultima sterilizzazione.

Una volta aperto, un vasetto di marmellata va conservato in frigorifero e consumato entro massimo 20 giorni.

Se qualcuno dei vasetti presenta gonfiore nella zona del tappo, oppure se la marmellata subisce alterazioni di colore o formazione di muffa in superficie, buttare il vasetto senza neanche aprirlo: potrebbe contenere muffe tossiche o batteri pericolosi.

mercoledì 21 gennaio 2009

Pensieri sparsi: Potrà impedircelo?


Rosa è una nostra vicina di casa. Rosa ci lancia dal suo terrazzo buste piene di verdure e frutti (a volte è un po’ rischioso…). Rosa ci dona i frutti del suo orto, del suo sudore,del suo lavoro. Francesco sta di là dal ponte. Francesco ha un vecchio pulmino Volkswagen. Francesco ci aiuta a caricare le assi di legno per casa nostra. Francesco ci dona la sua forza, la sua macchina, il suo tempo. GianMaria è un bosano D.O.C.. GianMaria organizza le feste tradizionali, mesce gratuitamente il vino ai passanti, guida le uscite carnevalesche, ci aiuta a mascherarci. GianMaria ci dona il suo buon umore, la sua passione, il suo tempo, il suo vino.
Il sistema riesce a recuperare e snaturare qualsiasi iniziativa ad esso alternativa, ebbene si Baratto incluso (basta vedere il business milionario che smuove oltre oceano), trasformandola in nuova occasione di consumo, di profitto, di omologazione…
Potrà impedirci di donare? Di donarci?
Può impedirci, anche soltanto di sognare il passaggio dalla schiavitù del Mercato alla libertà del Dono?

venerdì 9 gennaio 2009

Pensieri sparsi: Heidemarie Schwermer , vivere senza denaro


Nel 1996 Heidemarie Schwermer decide di cambiare radicalmente modo di vivere: regala i suoi mobili, abbandona l'abitazione e lo studio, e disdice l'assicurazione sanitaria, per sperimentare una vita senza denaro, basata sull’ospitalità, lo scambio e la reciprocità.
"Non avere niente ma essere molto": con questo motto Heidemarie sottopone a un esame critico quelli che sono i valori correnti della società del consumo.
Dopo 11 anni senza soldi, afferma di essere addirittura più ricca di prima. Concetti come lavoro, tempo libero e vacanze acquistano un significato completamente nuovo e la vita trova una nuova integrità. La sua esperienza non avanza la pretesa di essere un modello da imitare ma, in una società profondamente mercificata, rappresenta un importante modo di Vivere su cui riflettere, l'auspicio di una progressiva diminuzione della dipendenza che l'uomo ha nei confronti del denaro, oggi apparentemente indispensabile al soddisfacimento di ogni sua necessità.
“Il denaro - afferma - è ormai qualcosa di più di un semplice valore di scambio, è diventato un modo per definire il valore di ognuno. Vivo un’esistenza basata sulla fiducia, cercando di evitare l’odio e i cattivi sentimenti. Penso che un cambiamento in questo senso è molto più auspicabile del vivere senza soldi. In fin dei conti il denaro è solo un simbolo… Cerco solamente di occuparmi di cose che penso siano utili anche per altre persone. Ma non sogno che tutti facciano come me: ognuno deve trovare la propria strada. Mi interessa sviluppare progetti, dove il dare e il ricevere siano in equilibrio, in modo che tutti ne possano trarre vantaggio. Il mio obiettivo è che le persone non si sentano più vittime, ma vincitrici e che possano agire in maniera ottimista, determinata e soprattutto che acquistino fiducia in se stesse.”

Pensieri sparsi: Il Grande Dono


Le Grand Don è una manifestazione a carattere sociale e culturale, organizzata per la prima volta a Parigi nel 2003 e poi diffusasi in varie città d'Europa. Le Grand Don (il grande dono) «est un don collectif effectué par des inconnus à d'autres inconnus», un dono collettivo effettuato da sconosciuti ad altri sconosciuti. La manifestazione si svolge solitamente in un luogo cittadino, precedentemente stabilito, dove si raccolgono gli oggetti che verranno donati. L'evento non è in alcun modo pilotato e si svolge liberamente: ogni partecipante può donare un proprio oggetto agli altri passanti, o ricevere un regalo da qualcuno, senza essere obbligato a ricambiare. La manifestazione si conclude quando tutti (o quasi) gli oggetti hanno trovato un nuovo proprietario. Ciò che rimane può essere lasciato per chi passerà più tardi da quel luogo. Non ci sono limitazioni nella tipologia degli oggetti che possono essere donati: libri, dischi, fotografie, indumenti, soprammobili, gioielli, giocattoli, ecc. ma, chiaramente, si suppone che debbano essere oggetti trasportabili a mano dai passanti.
Lo scopo principale del grand don è quello di valorizzare l'atto del donare senza secondi fini. I partecipanti al grand don possono infatti sperimentare liberamente sia la gioia di regalare un proprio oggetto, sia quella di ricevere un dono da altre persone. In ciò vi è certamente una sottile critica (più o meno esplicita) al modello societario ed economico attuale, in cui ogni oggetto deve possedere un valore monetario stabilito. Per contro, nel grand don ogni oggetto perde questo valore economico e viene considerato soltanto in base al valore affettivo di chi lo possedeva e lo dona, nonché alla sensazione di piacere di chi lo riceve.
Dal punto di vista antropologico, tra i riferimenti teorici alla base del grand don, ci sono gli studi del francese Marcel Mauss sul dono in vari tipi di società. Ma, mentre Mauss tende a sottolineare una sorta di obbligo sociale a ricambiare un dono ricevuto (spesso per soddisfare lo spirito magico degli oggetti), nel grand don si cerca di incoraggiare la completa libertà di azione e la non necessaria reciprocità: non si è in alcun modo obbligati a ricambiare un dono ricevuto. Ciò che comunque rimane costante è l'aspetto sociale del dono, visto come momento di riunione e di socializzazione, addirittura di festa. In particolare durante il grand don si stimola un rapporto di collaborazione, cordialità e amicizia tra sconosciuti, anche qui con sottili intenti critici verso la società dell'individualismo imperante.

martedì 6 gennaio 2009

Dire fare barattare: Da una clip rossa alla casa che sognava: la storia di Kyle MacDonald


L’avventura di Kyle MacDonald inizia nel luglio 2005 con un annuncio on line su Craislist, un sito di inserzioni economiche molto popolare nel Nord America: «Mi chiamo Kyle, sono un disoccupato canadese di 26 anni, voglio una casa in baratto, inizio lo scambio offrendo la graffetta rossa che c’è sulla mia scrivania».
A rispondere al suo annuncio sono state due signore di Vancouver che gli hanno proposto una penna a sfera. Kyle si è recato da loro per lo scambio e ha aperto un blog dove documentare la sua impresa. Nel giro di poche settimane, il tam tam su internet ha fatto conoscere l’idea del giovane MacDonald ai grandi media: mentre Cnn e Bbc si contendevano le sue interviste, sull’onda del successo Kyle è riuscito a scambiare la penna con una maniglia in ceramica, la maniglia con un barbecue, il barbecue con un generatore di corrente, e poi via via un gatto delle nevi, un terreno, un furgoncino, un globo luminoso dei Kiss e perfino un ruolo in un film di Corbin Bernsen. Ed è stato proprio quest’ultimo lo scambio decisivo: il comune canadese di Kipling offre gratuitamente per un anno una casa a Kyle MacDonald in cambio del suo ruolo nel film, le audizioni per la parte si terranno così proprio a Kipling. A un anno esatto dalla sfida lanciata online, il giovane canadese fa ingresso nella sua casa, e per festeggiare pianta in giardino un’enorme clip rossa.
(17/10/2008, Eleonora Palermo La Stampa.it)

Che dire, anche in questi tempi cupi molto, se non tutto, è possibile, basta una clip rossa e...

sabato 6 dicembre 2008

Cosa fare a Bosa


A Bosa vi aspettano escursioni in mare o sull’unico fiume sardo navigabile o sui monti dove continuano a nidificare i soli avvoltoi d’Italia, i grifoni. E la vita di quest’antico paese, dove i ritmi sono ancora a giusta misura, le tradizioni sempre vive, la gente accogliente e ospitale.