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giovedì 10 settembre 2009

Bibliovideoterapia: Vivere con Lentezza










Per darvi una piccola idea dello stile di questo libro, molto semplice, ricco di stimoli e suggerimenti creativi, ne riporto un piccolo estratto:
"...Vivere con lentezza è tutto e niente, ma è il primo e concreto passo che ho provato e che mi ha permesso di vedere un mondo percepibile solo al ralenti.
Per me rallentare vuol dire cercare il giusto ritmo, il proprio tempo, diverso da persona a persona. Vuol dire trovare un equilibrio intelligente tra il nostro correre quando dobbiamo e il nostro fermarci quando possiamo.
E io sono uno dei tanti che si sta prendendo del tempo per vivere ..."

L'autore è anche colui a cui si deve l'istituzione della Giornata mondiale della lentezza, nata a seguito della grande risonanza avuta con la fondazione, insieme a dei cari amici, del movimento di Vivere con lentezza...un po' per gioco, un po' sul serio, un po' per non smettere di sognare...e poi il sogno è divenuto realtà!!!

ATTENZIONE!!...per quanto si legga facilmente, non va letto troppo in fretta...

Vivere con lentezza, ed. Orme

lunedì 24 agosto 2009

Grazie a tutte e a tutti da VillaVillaColle!!!



A Gennaio questo nostro piccolo blog casalingo appariva per la prima volta sulla rete, ieri sera il Tg1 ha dato notizia di VillaVillaColle e delle vacanze a costo zero!
Incredibile, davvero non avremmo mai immaginato una cosa simile...
Lo leggiamo come un bel segno, come il segno che esiste realmente uno spazio per un altro turismo, per un'altra economia: l'economia del dono!
Grazie a tutte e a tutti voi che avete fatto viaggiare, sulla rete ed in tanti canali diversi, questo nostro sogno, a voi che siete venuti a VillaVillaColle, a rafforzare la nostra fiducia nel valore smisurato dell'incontro fra esseri umani!!!

lunedì 22 giugno 2009

Pensieri sparsi: sogniamo nuovi e dirompenti diritti, numero cinque...


Proseguiamo in quello che chiamerei un esercizio di psicosintesi sociale, ovvero sognare, immaginare un nuovo illuminismo, un Nuovo Contratto Sociale dei Diritti, osare l'impossibile e reclamarlo apertamente. E, nei nostri limiti, mettere in pratica qui e ora ciò che un giorno, così ci auspichiamo, verrà sancito per legge.
Dunque proseguendo, arriviamo al quinto diritto. Paolo Barnard, che ricordiamo è l'ispiratore di questo approccio socio-politico davvero radicale, introduce lo stesso diritto chiamandolo il "Diritto a non essere poveri. Cioè l'indigenza dichiarata illegale, come il furto, che si trasforma nel dovere di chi ha tanto di ridistribuire a chi ha meno".
Mi piace molto la sua formulazione.
Potremmo anche esprimerlo, in maniera meno solenne, come il diritto ad un reddito di sussistenza. Dove con questo termine intendo che ogni persona abbia il diritto di ricevere quanto necessario per coprire le proprie necessità di base: cibo, casa, salute.
Molti temono in questo modo una passivizzazione del cittadino. Non sono affatto d'accordo. Non è certo l'angoscia da mutuo o da scoperto di conto corrente a renderci attivi. Anzi, la possibilità di non essere assillati per quello che dovrebbe esserci naturalmente garantito, ovvero una condizione di basilare sussistenza, libererà in ognuna ed ognuno di noi incredibili spazi creativi e, socialmente parlando, produttivi.
A differenza dei precedenti diritti, è più difficile attuare il quinto in attesa del suo riconoscimento legale: dovrebbe essere lo Stato a garantirlo ma se così, ancora, non è?
Beh, potremmo iniziare a ridurre le nostre necessità, a sperimentare già adesso uno stile di vita basilare, di sussistenza, foss'anche per un periodo di tempo limitato.
Magari potremmo prenderci qualche mese da passare in zone dove sia possibile vivere con meno soldi (non solo alle Filippine, anche in Italia, basta allontanarci un pò dalla follia cittadina). Potremmo insomma tradurre ed attualizzare questo quinto diritto col concetto di decrescita. Scoprire che con meno, a volte con molto meno, a volte con incredibilmente meno, si può vivere meglio, molto meglio, incredibilmente meglio!
E prenderci gusto.
Provare per credere...

martedì 2 giugno 2009

Pensieri sparsi: sogniamo nuovi e dirompenti diritti, numero uno...


Bene, iniziamo a sognare questi nuovi dirompenti diritti…
Vorrei partire dallo stesso diritto da cui parte Paolo Barnard, il diritto al tempo per vivere.
Perché credo che sia uno dei diritti fondamentali per ognuno di noi, quello di avere il tempo da dedicare alla creazione della nostra vita, come espresso splendidamente da Silvano Agosti (vedete nella nostra sezione video).
Il tempo dopotutto è l’unico vero limite delle nostre esistenze, reale e ineluttabile. Non dovrebbe sembrar cosa strana allora ripartire il tempo che quotidianamente abbiamo a nostra disposizione, secondo una logica umana, no?
Ed è forse logico e a misura d’essere umano occupare 8, 9, 10 ore con il lavoro? Due o tre ore al giorno sarebbero una misura adeguata, un tempo ragionevole da dedicare all’attività lavorativa, lasciando il restante a disposizione per la cura di noi stessi, per esprimerci creativamente, per condividere il cibo, per il sonno e il riposo, per curarci dei nostri figli e dei nostri simili, per fare l’amore, per vivere…
Ecco allora un primo diritto che sogno: il diritto ad un orario di lavoro che non superi le tre ore!
Forse arriveremo a vedercelo riconosciuto per legge (complice la crisi economica…) ma nel frattempo, siamo veramente sicuri di non poter ridurre già ora il tempo che dedichiamo al lavoro?
Se è vero infatti che ci sono situazioni che sono molto difficili da modificare, è altrettanto vero che spesso questa ipotesi di ridimensionare lo spazio-tempo lavorativo a favore di uno spazio-tempo per NOI, incontra difficoltà più mentali, psicologiche, culturali che reali.
Il denaro, la prestazione, la professione, il prestigio lavorativo, son diventati misure del valore di un essere umano, dimenticando (Agosti docet ancora) che ogni donna e ogni uomo sono dei capolavori di inenarrabile valore soltanto per il fatto di essere vivi, qui e ora su questa Terra.
Insomma, come direbbe Totò, siamo uomini o lavoratori?

martedì 19 maggio 2009

Pensieri sparsi: Coca antagonista!








Stamani mattina sono uscito in barca con un amico pescatore, l’alba era di una bellezza indescrivibile,il mare una immensa distesa morbida e accogliente.
Ma non voglio parlare di questo,quanto piuttosto di uno spot della Coca Cola che ho avuto modo di ascoltare sulla radio di bordo, fra un meteo e l’altro.
E’ quello della bambina Giulia, di Pisa…
Ha catturato la mia attenzione e, tornato a VillaVillaColle ne ho cercato il testo.

Giulia, e la Coca Cola, fanno con questo spot un vero e proprio inno alla decrescita!

Giulia preferisce andare in bici, e così fa diminuire il PIL evitando di spendere in automobili, benzina, assicurazioni, autoriparazioni ecc.
Giulia preferisce fare le vacanze dalla Nonna, e così fa diminuire il PIL, evitando di spendere in servizi alberghieri e turistici, ecc.
Giulia preferisce restare a casa a mangiare il ragù ed a giocare a carte invece che andare alla cena di gala, e così fa diminuire il PIL evitando di spendere nella ristorazione, nell’intrattenimento, nel business del tempo libero.

Insomma, altro che rilanciare la crescita per uscire dalla crisi, se tutti facciamo come Giulia il PIL andrà a farsi benedire!
Se pensiamo allo spot di qualche anno fa della Land Rover che ci esortava al “Buy something. Basta che compriate qualcosa. Perché, se per tornare a spendere aspettiamo tutti che la recessione sia dichiarata ufficialmente sconfitta, allora non finirà mai” ci sembra di essere approdati in un nuovo mondo.
Certo la Coca Cola propone come indissolubile e indispensabile l’accoppiata fra la felicità e la sua bibita, ma se il resto del messaggio dovesse far breccia nella testa di qualche ascoltatore/telespettatore, nell’informe massa dell’homo consumens, sarebbe davvero una bella sorpresa no?
E poi sarà bello poter dire che perfino la Coca Cola la pensa come noi…
Attendiamo adesso che la Coca Cola venga accusata di essere la prima multinazionale No Global!

lunedì 11 maggio 2009

Pensieri sparsi: Pronti al trasloco?



Il nostro caro Buscaglia, riporta un aneddoto relativo ad una sua visita al grande lago Tonle Sap in Cambogia. Sul lago la gente abita in palafitte che regolarmente, con l'arrivo dei monsoni, vengono spazzate via. Quando Buscaglia si offrì alla comunità locale per aiutarli a traslocare si rese conto che l'unica cosa che i cambogiani del lago avessero da traslocare erano loro stessi.
La natura aveva insegnato loro che era inutile possedere ed accumulare cose e che l'unica cosa importante di cui dovevano avere cura erano loro stessi.
Nei villaggi Navajos, come quello della foto, ogni famiglia aveva nella propria abitazione circa duecento oggetti, oggi una famiglia europea ne possiede almeno 10.000!
E noi cosa faremmo se i monsoni arrivassero dove abitiamo?
Cosa porteremmo via?
Possiamo portare via solo noi stessi.
Riuscire a sentire l'importanza della nostra persona, dalla quale tutto il resto deriva, cose, case, ambienti, frequentazioni, relazioni...
Come nella tragedia greca, quando di fronte all'oracolo che le dice: "Medea, che resta? Tutto è finito tutto è distrutto", Medea risponde : "Che resta? Resto io!"

Restiamo noi!!!

lunedì 13 aprile 2009

Dire fare barattare: parole di casa nostra...


E’ strano quello che accade quando ti focalizzi su qualcosa, spuntano fuori da ogni parte,inaspettatamente, segni, risposte,incontri…
Rispetto al baratto ed al nostro modo particolare di intenderlo che lo rende sinonimo di dono, vogliamo proporvi poche parole appena scoperte su Zerorelativo, attribuite a Walter Chiari.
In un incontro di lavoro,infatti, gli fu proposto di condurre una trasmissione sul baratto ed il bravo attore fu in grado di intuire subito il significato e le potenzialità meno ovvie del barattare.
“…sarà bello anche scambiare la lettura di una poesia con il sorriso di un anziano solo, oppure una carezza con un fiore , oppure saper ascoltare anche chi non ha niente da dire donandogli un po’ del nostro tempo…”.
In queste parole dono e baratto si uniscono, che bello che per una volta vengano da qualcuno di casa nostra! Dei biscotti in cambio di sorrisi, dei disegni per degli abbracci, la nostra gioia per la vostra felicità!
Useremo le sue parole per la nostra Festa del Dono, sperando che siano di ispirazione per molti…

domenica 12 aprile 2009

Pensieri sparsi: Buona Pasqua piccolini!!!


Buona Pasqua piccoline e piccolini!
Questo post è dedicato ai nostri figli. In un giorno simbolico di morte e rinascita,ci piace condividere con voi una recente acquisizione liberante che riguarda la "morte" della scuola e la "rinascita" dell'educazione.
Ci siamo imbattuti in questo blog: la casa nella prateria. E di colpo, leggendo le parole di Claudia, è entrata in casa nostra una ventata di libertà!
Come molte e molti di voi, pensiamo, siamo sempre più preoccupati dello stato comatoso in cui versa la scuola italiana e del tipo di giovani adulti che partorisce con dolore dopo decenni di gestazione.
Gli appelli allarmati giungono ormai da troppe parti perchè possano restare ignorati.
Nostro figlio è in prima elementare e noi, nonostante il suo buon umore e la sua contentezza nell'andare a scuola, abbiamo iniziato seriamente ad interrogarci sul da farsi,se non ora in un prossimo futuro...
Quando si pensa a delle alternative alla scuola pubblica, però, ci scontriamo sempre con difficoltà relative ai costi per le scuole private "alternative" o meno, a quali programmi illuminati proporre, a quale tipo di bambini e genitori potrebbe coinvolgere, a quali sistemi filosofici rifarsi ecc. ecc.
Beh, Claudia,con la sua Casa nella Prateria, ci ha introdotto al concetto di Unschooling, la Non Scuola!
Che bellezza, che libertà, che Fiducia!
"John Holt definisce l'unschooling (del quale è partigiano) come "lasciare ai bambini tanta libertà nell'apprendimento quanto i genitori possono sopportare".

Ora sappiamo che, se Elia vorrà, la sua educazione si baserà su questo: Vivere!

Allora dedichiamo a tutti voi ed ai vostri piccolini una Buona Pasqua, che porti con sé la rinascita del gusto di apprendere, di vivere imparando, di amare la Vita!!!

domenica 5 aprile 2009

Dire fare barattare: La nostra prima Festa del Dono e del Baratto


Stiamo iniziando ad organizzare la prima Festa del Dono, e del Baratto.
Lo spirito che anima quest’iniziativa è duplice. Per quanto riguarda il baratto è abbastanza semplice da intuire: lo spirito è quello di allungare la vita a merci ed oggetti, evitare la cultura dello spreco, del consumo insensato, del rifiuto. Ottenere scambi soddisfacenti e, perché no, divertenti, senza l’intermediazione del denaro. Entrare in una relazione diversa con il prossimo, chiamare la comunità, a sperimentare un’antica forma di economia.
Più difficile da cogliere nel suo principale significato è l’aspetto che riguarda il dono. In questo caso lo spirito che anima la nostra iniziativa è legato alla felicità che proviamo nel condividere una parte preziosa, creativa di noi stessi. Il dono, allora non sarà costituito solo da merci e oggetti non sarà una forma di carità, di solidarietà o di volontariato, il dono sarà invece principalmente rivolto alla gioiosa espressione di noi stessi. Se mi esprimo attraverso la pittura, potrò donare i miei dipinti, se sono appassionato di passeggiate in campagna e di erbe selvatiche, potrò donare dei mazzi appena colti. Se amo la poesia, il mio dono potrà essere declamare la poesia più adatta a chi si fermerà al mio banchetto. Se amo cucinare dolci, potrò donare i miei biscotti preferiti ancora caldi. Se amo uscire in barca posso donare un invito scritto a chiunque faccia piacere, per un’uscita successiva alla festa… Capiamo che le possibilità di questo tipo di dono sono realmente infinite? La ricchezza che può portare all’interno di una comunità sarà difficilmente misurabile in termini economici ma non per questo sarà meno preziosa.
La gioiosa condivisione dell’espressione di sé, della propria passione, della propria storia, del proprio sogno. Pensiamo che oggi, in una società mercificata, schiava degli scambi economici, del lucro ad ogni costo, riappropriarci del nostro immenso valore e della gioia di condividerlo con gli altri sia un’ottima occasione per fare festa!
Vi aggiorneremo quindi sul periodo in cui si terrà la prima Festa del Dono e del Baratto, potreste decidere di fare un salto a Bosa e magari passare a prendere un caffè a VillaVillaColle…

venerdì 27 marzo 2009

Pensieri sparsi: Piccoli passi verso un'economia del Dono


Rieccoci a voi, con una novità bosana, “L’Eco del Villaggio”. E’ un bollettino settimanale dove trovano spazio solo ed esclusivamente offerte e richieste gratuite. Sembra una Banca del Tempo, ma in realtà è un poco differente: non contabilizziamo niente, né le ore né i beni scambiati, non c’è bisogno di iscriversi, né di pagare alcunché, c’è solo bisogno di FIDUCIA. Insomma è un modo per sperimentare e promuovere l’Economia del Dono all’interno di una comunità, speriamo sempre più vasta. Perché non ci date un’occhiata, magari ci dite cosa ne pensate e perché no, provate ad avviare il vostro bollettino di quartiere, di paese, di città?

sabato 21 marzo 2009

Pensieri sparsi: Cum Munus, la Comunità!


Come avrete letto in alcuni nostri precedenti post, siamo affascinati dall’idea, per niente astratta, che il nuovo paradigma economico che in tanti aspettiamo, possa basarsi sul dono.
Pensare che il dono sia l’alternativa economicamente e socialmente credibile al massacro e al vandalismo che l’attuale sistema economico ha portato con sé, ha qualcosa di magico, profuma di speranza…
Nel fine settimana dovremmo avere un po’ di tempo in più…vi linkiamo quindi, per chi volesse approfondire queste tematiche, un interessante articolo di Enrico Caprara, sull’uomo lucrativo e l’uomo comunitario.
Che bella sorpresa è stata scoprire che il termine Comunità proviene dal latino cum e munus (“dono”). La comunità, ovvero l’ambito delle persone che si scambiano fra loro doni…
Ecco l’articolo, è ospitato sul sito di movimento zero, se non lo conoscete sarà un’occasione doppia per delle letture di valore…
Buona lettura e buon fine settimana!
http://www.movimentozero.org/index.php?option=com_content&task=view&id=288

martedì 17 marzo 2009

Pensieri sparsi: Et voilà!


Ebbene Oui,
come dicevamo proprio nel post di ieri, il nuovo paradigma inizia ad affacciarsi...perfino su "Che tempo che fa", la trasmissione televisiva della RAI condotta da Fabio Fazio!
Pochi giorni fa infatti, è stato ospite della trasmissione Serge Latouche, professore emerito di Scienze economiche all'Università di Parigi XI e all' Institut d'études du devoloppement économique et social (IEDS) di Parigi.

E' uno dei più conosciuti teorici e sostenitori della Decrescita, su cui ha scritto numerosi trattati tra i quali "La scommessa della decrescita" edito Feltrinelli e "Breve trattato sulla decrescita serena" edito Bollati Boringhieri.

Riportiamo alcune sue brevi riflessioni:
" Uno scienziato francese, Hubert Reeves, molti anni fa raccontava questa favola. Un giorno un vecchio pianeta nelle sue divagazioni incontra la Terra che non aveva visto da alcuni milioni di anni. Allora dice: «Come stai?». La Terra risponde: «Non mi sento molto bene, credo di avere una malattia mortale». «E come si chiama questa malattia?». «Si chiama umanità». «Ahh – conclude il vecchio pianeta –, anch’io l’avevo presa alcuni milioni di anni fa. Ma guarisce da sola, si autodistrugge».
La scommessa della decrescita è diversa. Non pensiamo che l’umanità sia una specie votata al suicidio, o che non ci sia speranza. Pensiamo infatti che il suicidio faccia parte dell’essenza della società della crescita, ma non di tutte le società umane. Che la nostra società, la società moderna, sia candidata al suicidio ma non l’umanità in quanto tale. La decrescita scommette che sia possibile salvare l’umanità, ma solo a condizione di uscire dal paradigma della modernità, della società della crescita.
L’economia come la intendiamo nel senso moderno, come sinonimo di economia di mercato, capitalista, si fonda sull’idea dell’accumulazione illimitata e del consumo illimitato. Quindi la decrescita segnala la necessità assoluta di uscire dall’imperialismo dell’economia, dall’"economicizzazione" del mondo e, di conseguenza, dalla colonizzazione del nostro immaginario ad opera del mercato.
Invece di prendere come slogan, come fa il governo francese attuale, «lavorare di più per guadagnare di più» Ivan Illich diceva «lavorare di meno per vivere meglio». Di sicuro lavorando meno si produrrebbe meno o si distruggerebbe meno il pianeta e avremmo più tempo per godere della vita, per ritrovare il senso della vita. Forse meno ricchezze in termini di prodotto interno lordo ma più richezze in termini di vita, di ricerca del piacere e della felicità."

Se tesi simili iniziano a circolare addirittura fra il grande pubblico, fra poco forse smetteranno di prenderci per matti...

lunedì 16 marzo 2009

Dire fare barattare: Esiste! il BarAtto di Mestre



In un nostro vecchio post avevamo anticipato il progetto di un'osteria improntata sul baratto da realizzarsi a Bosa...
Ed ora invece ecco spuntare il Baratto di Mestre!
Ecco una breve presentazione di uno dei fondatori:

"Quando abbiamo aperto il locale, verso la fine del 2005, l'idea innovativa era proprio quelle di poter immaginare un'attività commerciale che funzionasse anche col baratto, un bar diverso in grado di soddisfare bisogni come la domanda di attenzione, di cura, di conoscenza, di partecipazione, di nuovi spazi di libertà, di spiritualità: una ristorazione aperta anche ai beni relazionali.
Siamo partiti dai libri e dall'arredamento in cambio di cappuccini e spritz ma l'intenzione era quella di poter allargare il sistema anche ai nostri fornitori... Lo scambio del libro e dell'oggetto è diventato un sistema, trasformandosi molto spesso in dono, senza necessità di ripagare il cliente... ".

L'idea è meravigliosa, andate a visitare il loro sito www.baratto.org per conoscerla meglio e, perchè no, per attuarla anche nella vostra città!

Amiche,amici,un nuovo paradigma economico sta emergendo...

lunedì 9 marzo 2009

Pensieri sparsi:un granellino di FIDUCIA...


Quando ci apriamo verso il mondo, dobbiamo mettere in conto di ricevere tanti tipi di energie… Quotidianamente ci scrivete lettere bellissime, ve ne siamo grati e speriamo di incontrarvi presto!
Iniziano però ad arrivarci anche commenti meno incoraggianti. Qualcuno pensa che un’iniziativa come la nostra non sia d’aiuto in questi tempi di crisi, anzi vedono nel baratto libero qualcosa di controproducente, oppure vedono VillaVillaColle come un pericolo rispetto alle classiche forme di economia del turismo.
Beh, che dire, prima di tutto che ogni occasione di confronto civile e possibilmente serena è benvenuta. Poi diremmo che ci sopravvalutate un po’, dopo tutto VillaVillaColle ha pochi mesi di vita, un’ ampia e bella camera e questo blog fatto in casa… E anche il tipo di turismo che proponiamo, basato sull’accoglienza e l’ospitalità gratuita non è certo una novità.
Vediamo però quale può essere il motivo di tanti turbamenti. Il Dio Denaro!
Le nostre vite sono talmente condizionate dal denaro, fin negli aspetti più impensabili e assurdi, che solo pensare ad un’economia che funzioni senza denaro ci spiazza, ci irrita, perfino ci spaventa. Ma il dono (perchè un baratto libero è, di fatto,un dono) è stato alla base di intere economie che solo la nostra arroganza continua a definire sottosviluppate.
Dite anche, "che ne sarà di tutte quelle realtà che si basano sull’economia del turismo, tipo alberghi, B&B, case vacanze…?".
Pensate che le forme di accoglienza gratuita come VillaVillaColle, alle quali abbiamo dedicato un post il 26/2, coinvolgono già quasi un milione di persone! Persone che continueranno a non spendere nelle strutture turistiche classiche,che non faranno crescere il PIL, che non rilanceranno l’economia. E allora?
Questo sistema, amiche e amici, è finito, non si può rilanciare. Il movimento mondiale per la decrescita, del quale anche VillaVillaColle fa parte nel suo piccolo, non potrà far crescere l’economia, con quel nome,come farebbe? Ma potrà far crescere un’altra economia, l’economia della felicità. E forse, questa possibilità è quella che più ci disorienta. Ci spaventa pensare che abbiamo veramente diritto ad essere felici, e che questa possibilità non dipenda dal denaro o da chissà cosa, ma che dipenda, in fondo in fondo, da un granellino di FIDUCIA!

Dire fare barattare:VillaVillaColle videointervista on-line, Martedi 10 Marzo alle ore 16


Volevamo stupirvi con effetti speciali... Sarà una comica, una videointervista
on- line a noi che continuiamo a dare colpetti sul computer quando ci sembra andare troppo lento!
Domani alle 16, se andate sul sito www.bandbroma.net, uno splendido sito sul mondo B&B della capitale, e poi cliccate su breakfast tv, ci vedrete in una intervista in diretta da Bosa. Da paura!
C'è anche la possibilità di porre domande in tempo reale,insomma se avete voglia,andate a dare un'occhiata...

sabato 7 marzo 2009

Le nostre ricette preferite: I Biscotti di Fò


Fortunato Fabbricini, un caro amico che ci ha lasciato troppo presto, è stato il pioniere dell'Agricoltura Sinergica in Italia.
A lui dobbiamo tantissimo!
Condivise con noi, fra le molte cose, i segreti dell'orto sinergico, l'arte del fare il pane a lievitazione naturale e la ricetta base di questi biscotti, gli stessi che troverete per le vostre colazioni a VillaVillaColle:

per 2 kg circa di biscotti occorrono,
1 kg di farina semintegrale,
565 gr di burro,
500 gr di fiocchi d'avena,
440 gr di zucchero integrale,
350 ml di latte fresco,
45 gr di lievito naturale,
uvetta e cannella a piacere,
sale quanto basta.

Dopo aver sminuzzato nel frullatore i fiocchi, metteteli in una grande zuppiera con la farina, lo zucchero, il lievito, l'uvetta, il sale e la cannella.
Mescolate a secco il tutto.
Aggiungete il burro a piccoli pezzi (precedentemente ammorbiditi al sole o sul fornello) ed il latte.
Iniziate ad impastare, impastare, impastare...
Disponete su teglie piatte (meglio se coperte da carta da forno)e tagliate con la rotella.
Preriscaldate il forno a 200°, dopodichè infornate e cuocete a 160/180° per 20 minuti.
Togliete i biscotti dal forno, separateli l'un l'altro, magari capovolgeteli ed infornate di nuovo per 5 minuti.
Sennò che bis-cotti sono?

Se resistete alle tentazioni, si conserveranno benissimo ed a lungo in contenitori di vetro o latta.

Scriveteci come vi vengono e... le vostre varianti!

giovedì 5 marzo 2009

Pensieri sparsi: Il nuovo paradigma alternativo è...vecchio come l'essere umano!


Ci hanno raccontato che poco tempo fa un giovane animato da buoni propositi abbia manifestato a Silvano Agosti la sua volontà di entrare in politica. Silvano gli ha risposto chiedendogli perché volesse diventare una marionetta. “Se vuoi fare politica creativamente vai a bussare alle porte dei tuoi vicini, comunica loro che se hanno bisogno di te per qualche ora tu ci sei. Spiega bene che non vuoi esser pagato e che, semmai, ricevere da loro un fiore ti renderà contento.”.
Ecco un bel modo di fare politica! Ognuno di noi ha cento occasioni quotidiane di sperimentare questo tipo di creatività, che non ha niente a che fare con l’esser caritatevoli... La crisi, la disoccupazione, la precarietà possono allora diventare un’opportunità per riappropriarsi di questa dimensione legata al Dono, alla Cura, ad un paradigma che,come sostiene Genevieve Vaughan (forse la maggior teorica del’economia del dono) è realmente alternativo a quello che ci è crollato addosso. Anche l’esempio di Cecille Andrews, di cui abbiamo già scritto, si muove in questa direzione. Quindi non temete di esser presi per idealisti strampalati, non dobbiamo esser noi a giustificarci davanti ad un modello che si è dimostrato perdente su tutti i fronti. Il dono è un principio di economia di base e principio di vita per l’essere umano (che senza la cura gratuita delle proprie madri non potrebbe proprio sopravvivere…). E’giunto il momento di lasciarlo emergere nelle nostre quotidianità, mettiamoci tutte le nostre energie creative!

lunedì 2 marzo 2009

Dire fare barattare: Centralino prenotazioni...



In questi giorni sembriamo davvero centralinisti, siete in molti a voler venire e noi siamo proprio contenti. Allora, in fondo al blog, sulla destra, troverete uno spazio aggiornato con le date ancora disponibili e ricordatevi che ogni mese ha le sue meraviglie a VillaVillaColle. Inoltre, shhh! non lo dite a nessuno ma fra poco VillaVillaColle potrebbe non essere più l'unico B&B&B quindi, come dicono l'ammerigani, stay tuned!, restate in contatto!

venerdì 27 febbraio 2009

Pensieri sparsi: Viaggi di scoperta N°2



Rispetto al post precedente, queste tre realtà che vi presentiamo (anche se molte sono piuttosto famose) hanno una caratteristica distintiva: il lavoro. In questo caso infatti, l’ospitalità viene offerta a fronte di un impegno lavorativo normalmente non retribuito se non, appunto,con il vitto e l’alloggio.
Ecco quindi WWOOF, dove il viaggiatore ha la possibilità di scoprire l’agricoltura biologica in Italia e in tutto il mondo.
E poi WorkAway dove, se lavorate 5 ore al giorno, potete permettervi per il resto della giornata di esplorare posti come il Messico, la Lapponia, la Nuova Zelanda…
Infine Green Volunteers, dove il lavoro è colorato di verde. Sono infatti centinaia le opportunità per fare volontariato in progetti ambientali nei posti più belli del pianeta (a volte è richiesto un piccolo contributo, altre volte invece vi sarà offerto un piccolo contributo).
Certo rispetto ad un baratto con VillaVillaColle, queste realtà prevedono qualche sforzo in più e, spesso, qualche comodità in meno. Ma sorvegliare le tartarughine su una spiaggia deserta non è male no?
Andate quindi a dare un’occhiata ai nostri links.

mercoledì 25 febbraio 2009

Dire fare barattare: avviso ai barattandi


Ci chiedete se è possibile inviare un acconto per prenotare la vostra vacanza.
Nao Nao! A VillaVillaColle non accettiamo soldi nè per il vostro pernottamento nè per la colazione mattutina. E neanche il baratto è finalizzato a qualche forma di profitto. Per noi il valore più importante siete voi, le vostre storie, le vostre passioni, sogni. Il baratto, per come lo intendiamo a VillaVillaColle, serve proprio a questo, a riscoprire le potenzialità, il valore di ogni essere umano indipendentemente dai parametri economici. Ed infatti,ad oggi, non abbiamo rifiutato nessun baratto.
Quindi se volete prenotare la vostra vacanza, (dopo una prima conoscenza per lettera, per telefono o per e-mail) semplicemente scriveteci una mail di conferma, evidenziando i giorni di arrivo e di partenza. Tutto qua!
UNA RACCOMANDAZIONE: molte persone esprimono il desiderio di venire a VillaVillaColle, se decideste di non venire, per un qualsiasi motivo, comunicatecelo con il più ampio anticipo possibile.

QUINDI PER TUTTI VOI CHE CI AVETE GIA' CONTATTATO E MAGARI IPOTIZZATO DEI PERIODI PER LA VOSTRA VACANZA, SCRIVETE AL PIU'PRESTO LA MAIL DI CONFERMA ALTRIMENTI POTREBBE ESSERCI IL RISCHIO DI DOVER CAMBIARE DATE.

GRAZIE A TUTTI E A PRESTO!